Di seguito riportiamo l'articolo di Ciro Chietti. Segretario Nazionale UILFPL con delega alla Sanità Privata.
FG
Modelli
organizzativi vetusti, norme ordinamentali non aggiornate, miopie
corporative imposte da qualcuno che ci parlano una lingua antica, del
passato, in cui il personale sanitario ormai non si ritrova più. Tutto
ciò ha contribuito negli anni ad impoverire sempre di più la categoria
dei professionisti della salute che, pur mostrando abnegazione ed
eroismo nella gestione ordinaria e straordinaria delle emergenze
sanitarie, si ritrova oramai a vivere in un perenne stato di isolamento
ed emarginazione imposto dagli organi di governo che sembrano ricordarsi
della problematica solo dinanzi alla impellente necessità di dover
gestire le emergenze.
Ma
l’ esperienza dovrebbe suggerire di approntare, per tempo, sane
politiche di formazione e potenziamento di una categoria così importante
e strategica per il mantenimento del benessere della collettività.
Il
COVID ci ha mostrato tutte le falle del nostro sistema sanitario:
mancanza di personale, disinformazione, inettitudine alla flessibilità
ed infine la necessità di reperire all’ estero professionalità per
fronteggiare la tragedia sanitaria che si è consumata nelle case di
milioni di italiani..
E
tuttavia, all’ indomani della tragedia, gli eroi, tanto osannati e
celebrati mediaticamente, sono tornati nel dimenticatoio, risucchiati
nell’ oblio dell’ indifferenza e dell’ incapacità dei governanti che,
anziché dare prova di aver tratto dagli eventi una lezione utile ad
evitare che possano riproporsi medesime problematiche in futuro, hanno,
per l’ ennesima volta, mostrato la propria inettitudine nella capacità
di ideazione e pianificazione di politiche di risanamento e
potenziamento della categoria dei professionisti della salute..
Così muore un’intera categoria di professionisti.
Così
si tradisce la fiducia che i cittadini hanno riposto in loro,
soprattutto in coloro che gli sono stati vicino in tutte le fasi della
pandemia.
Così
rischiano di scomparire, in un’ immagine di professionisti che si
sgretolano, perché questo attualmente è il rischio: restare ancorati al
passato e scavare a mani nude tra le macerie lasciate a terra dal Covid.
Ma
è arrivato il momento di reagire e di sollecitare un intervento
strutturale che parta dall’ abolizione del numero chiuso nelle facoltà a
vocazione sanitaria.
Bisogna garantire a tutti indistintamente il diritto all’istruzione, così come recita la nostra Carta Costituzionale.
L’Italia
e il SSN hanno un gran bisogno di professionisti sanitari per garantire
la qualità dei servizi ai cittadini. È fondamentale che si dia la
possibilità di accedere alla formazione universitaria a tutti,
garantendo il reale diritto allo studio senza impossibilità dettate
dalla condizione sociale o economica.
E
noi ci batteremo acche’ ai decidenti politici giunga un messaggio ormai
ben chiaro alla maggior parte degli italiani che essi rappresentano:
bisogna investire e potenziare la macchina umana in sanità affinché mai
più, in futuro, si debba assistere impotenti al sacrificio di pochi a
tutela della salute dei tanti..
Basta
è arrivato il momento di restituire dignità ad una categoria
professionale che ogni giorno si batte, si sacrifica ed investe per
garantire il sistema benessere in Italia.
https://www.tuttosanita.com/sanita-senza-personale-non-e-problema-e-tragedia/
Nessun commento:
Posta un commento